
Sul soffitto di questa meravigliosa chiesa cinquecentesca dedicata a San Sebastiano (invocato per tenere la peste fuori da Venezia) si trova una delle più importanti programmazioni pittoriche di Paolo Veronese. La Chiesa e la sacrestia contengono un ciclo a tema mariano, che mette sotto un unico filo conduttore le figure appunto di Maria, San Sebastiano e la storia anticotestamentaria del libro di Ester.

Voglio però portarti sul racconto di Ester narrato sui tre comparti centrali del soffitto (appena entri rivolgi lo sguardo in alto): ambientato nel V secolo a.c. nel regno Persiano, vede come protagonisti una famiglia ebrea formata da Ester, una ragazza bellissima e dallo zio Mardocheo, servo fedele del re persiano Assuero.
Mardocheo, sentendo che il re cerca una nuova sposa in quanto ripudiato dalla moglie Vashti, fa partecipare la nipote alle selezioni durante un banchetto appositamente organizzato: il re rimane abbagliato dalla bellezza di Ester e la incorona; il tutto è raccontato nei primi due riquadri del soffitto centrale.

Ma come in tutte le storie entra in scena un personaggio cattivo: si tratta del primo ministro Aman che, invidioso di quanto accaduto ed in collera con Mardocheo, crea un piano per soggiogare il re e sterminare tutti i giudei del regno. Mardocheo, incapace di rispondere al piano maligno di Aman, vede come unica ancora di salvezza Ester: la esorta perciò a presentarsi davanti al re per intercedere in favore del proprio popolo, sebbene fosse proibito con pena di morte accedere al re senza essere convocati.
Ester, con un grande atto di coraggio, affronta il re e grazie ad un successivo banchetto e a dei sogni premonitori del re riesce ad informarlo dell’imbroglio creato da Aman: salva così lo zio e il suo popolo e sconfigge il complotto di Aman che sarà cacciato; quest’ultimo è rappresentato su un cavallo nero imbizzarrito nell’ultima tela del soffitto vicino alla navata centrale, mentre Mardocheo è salvo su di un cavallo bianco.

Nel mondo ebraico questo racconto viene letto e celebrato nelle sinagoghe il 14 e 15 marzo con la festa del Purim “giorni dell’allegria” dove la tristezza si è tramutata in gioia. Per i cattolici l’intento del Veronese è di raccontare come la vita sia un percorso tortuoso di sali e scendi, ma che ha il suo compimento nella verità raggiunta attraverso la giustizia divina; inoltre gli innalzamenti e le cadute dei personaggi della storia sono provocazioni ai fedeli del tempo, che vivendo la riforma luterana non potevano più esitare: o con la chiesa cattolica o contro.
La capacità comunicativa del Veronese, il gioco di luci, colori ed il trasporto emotivo che si vive guardando questo ciclo pittorico fanno di questo posto un punto fermo per l’arte veneziana e per i suoi abitanti.


INFORMAZIONI UTILI
Chiesa di San Sebastiano
Campazzo San Sebastiano, 30123 – MAPPA
orari: Lun-Sab – dalle 10:30 alle 16:30
Ingresso: 3 €
